Sono di una semplicità e affidabilità insuperabili, hanno il vantaggio di funzionare un po' da dissipatori, garantiscono una elevata fissità, sono di facilissima esecuzione, non ingombrano e soprattutto non costano nulla. Hanno però lo svantaggio di ridurre di circa un terzo il carico di rottura di una corda 

e comunque questo è il prezzo, neanche troppo caro, che bisogna pagare e per il momento non si vede niente all'orizzonte che li possa sostituire.

I nodi di ancoraggio generano in un punto qualsiasi della corda una gassa, la quale va fissata ad un qualsiasi attacco (naturale o artificiale).
Alcuni nodi di ancoraggio hanno una struttura anomala: soccorso e bolino doppio generano due gasse, mentre barcaiolo e bocca di lupo hanno le forze di attrito che si distribuiscono anche sull'ancoraggio.
I nodi di giunzione servono a congiungere due spezzoni di corda di diametro uguale o diverso e salvo alcuni casi non generano gasse.
Andiamo ora a vedere quali sono i nodi più usati in speleologia e quali sono le loro caratteristiche ed i loro difetti.
Il nodo a nove è, tra i nodi di ancoraggio, quello che fa perdere alla corda il minor carico di rottura, ma è troppo voluminoso ed è difficile da sciogliere.
Per un buon ancoraggio il nodo delle guide con frizione non ha rivali: non è ingombrante e se confezionato nel modo giusto è facile da sciogliere. Facile da eseguire anche inseguito attorno ad un albero.
Il nodo Bolina è un nodo molto buono ed affidabile, attenti però a non caricarlo nella gassa, pena il capovolgimento del nodo e conseguente scioglimento. Necessita dunque di essere rifinito con la chiusura "Josemity" fatta con il doppino finale (parte di corda morta che esce dal nodo).
Il nodo del Soccorso è ottimo negli attacchi doppi, ha le gasse regolabili ed è semplice da fare e da sciogliere, anche nel caso di doverlo eseguire inseguito.
Meno usato, ma comunque molto buono e adatto per gli ancoraggi doppi, è il nodo Bolina doppio.
In alcuni casi si possono usare dei nodi "speciali" come ad esempio il nodo Direzionale che aiuta la corda a monte a stare tesa e quindi di caricarle una parte del carico. Attenzione però che la corda a monte non deve entrare nel nodo direzionale assieme alla gassa ma deve essere separata dal doppino superiore, altrimenti caricando la corda a monte il nodo direzionale potrebbe scorrere.
Nei corrimano e nelle tirolesi un buon nodo è il nodo Farfalla perché ha la corda che esce lateralmente al nodo stesso.
E' adatto allo stesso scopo anche il nodo Barcaiolo, che una volta trazionato è ben difficile da sciogliere e, in alcuni casi è l'unico nodo da usare, per il fatto che richiede l'uso di pochissima corda. Idem per il nodo Serraglio.
Il nodo Bocca di lupo ha un comportamento che varia a seconda del tipo e del diametro della corda. Ha dalla sua che sotto trazione può comportarsi come dissipatore e non è cosa da poco. E' ottimo se accompagnato al nodo guide con frizione, nell'uso degli anelli perché evita di usare il moschettone.
Il nodo Mezzo barcaiolo è un nodo da sicura, ma in caso di necessità in un attimo lo si può trasformare nel nodo barcaiolo.
Per quanto riguarda i nodi di giunzione, il migliore risulta essere il nodo delle guide con frizione, inseguito dal capo di corda da congiungere perché una volta confezionato ha già la gassa per inserire la longe di sicura durante l'operazione da fare per il suo superamento.
Molto buono risulta essere anche il nodo inglese doppio, ma una volta trazionato, non lo si snoda più.
Infine, molto buono per isolare una lesione è il nodo Bolina nel doppino, veloce da eseguire ed usa pochissima corda, molto utile nel caso di dover isolare una lesione tra due frazionamenti, quindi con poca corda a disposizione.