Il gruppo speleologìco GeoCAI di Bassano del Grappa non è nuovo a questo genere di iniziative. Infatti nel 1993 venne effettuata la pulizia della Grotta Urod, cavità sita sempre sul Massiccio, e la cui scoperta ha destato non poche sorprese. Da essa sono stati recuperati ben 900 kg di immondizia. Questa grotta ha rappresentato per il Geo CAI un notevole passo avanti in materia di tutela dell'ambiente. Fino ad allora eravamo abituati a parlare dei rischi dell'inquinamento in ambiente carsico, ma è con questa esperienza che il Gruppo si è trovato di fronte ad un problema reale e non improrogabile.
Anni dopo, alla notizia di un'altra grotta contenente immondizie, una prima squadra partita per la consueta 
ricognizione, si trovò di fronte ad uno spettacolo desolante, purtroppo comune sui nostri monti. Il pavimento della grotta è praticamente un solo ritìuto. In questo primo sopralluogo venne inoltre perfettamente ubicata la piccola sorgente posta a valle.
In merito a quest'ultima è opportuno precisare che da  circa dieci anni l'acqua non risulta più potabile, mentre testimonianze locali la ricordano come tale. Da una prima indagine viene ipotizzata quale causa principale di questo inquinamento la presenza di immondizia nella cavità. Questa non è sicuramente la sola, considerata la zona densamente abitata e priva delle strutture atte a ricevere le acque "nere" prodotte. Viene quindi deciso di tentare il recupero della spazzatura nella stessa grotta al tìne di veritìcare questa ipotesi e ripristinare la sorgente la cui acqua viene ora usata per riempire un serbatoio per usi non potabili.
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In questa nuova impresa ci siamo mossi effettuando anche un monitoraggio mediante delle analisi biologico-chimiche sull'acqua della sorgente, grazie all'appoggio di un noto laboratorio della zona (Ecoricerche), sia prima dell'operazione che dopo. Questo anche per stabilire e quantificare il danno provocato.
La voragine, profonda originariamente 26 metri, risultava, in maggior parte, riempita da ritìuti di varia natura. Nel momento in cui è iniziata l'operazione non era possibile quantillcare la massa dei rifiuti stipati sul fondo della cavità.
L'operazione vera e propria si è svolta nella prima domenica di giugno del 1996 con un coinvolgimento di un totale di 24 speleologi del Geo CAI. Le fasi sono state tre di cui la prima, approntamento del montacarichi (attrezzato con un montacarichi elettrico) per il sollevamento dei sacchi, è stata completata il giorno precedente. La seconda e la terza sono state realizzate organizzando il lavoro in quattro squadre che alternativamente riempivano i sacchi in grotta, li caricavano sul montacarichi e li portavano sul luogo di raccolta finale. La quantità di materiale recuperato alla fine dell'unica giornata di lavoro è stata di 20 quintali.
La tipologia era alquanto varia: bombole di gas, reti di letti, vecchi materassi, batterie d'auto, pezzi di legno pedinato, giocattoli, e numerosi sacchetti chiusi di rifiuti domestici.
Nel corso della pulizia, sono stati rinvenuti tre ordigni bellici. Comunicato tale rinvenimento al Consiglio Direttivo della nostra sezione CAI siamo stati esortati ad interrompere l'operazione per evidenti motivi di sicurezza. Successivamente abbiamo informato l'autorità competente di zona. NeI marzo 1997 sulla base della nostra segnalazione al Comando dei Carabinieri di Bassano, il Nucleo Artificieri di Padova (Col. Porrino), supportato tecnicamente da alcuni tecnici della squadra di Vicenza del CNSAS e di alcuni soci del Geo CAI, ha recuperato gli ordigni che sono stati fatti brillare in una caverna militare ubicata nelle vicinanze. Durante questo recupero è stata eseguita, sul fondo della grotta, un'indagine tramite il metal-detector. Il suolo della cavità si presentava coperto da un cospicuo strato argilloso e la suddetta indagine ha rilevato ingenti quantitativi di materiale ferroso. È stato deciso di interrompere l'operazione per due motivi:
  1. le fasi successive avrebbero previsto un'attenta selezione manuale dei rifiuti, con rischi molto elevati di rinvenire altro materiale bellico;
  2. la parte più voluminosa dei rifiuti era stata asportata.
La quantità e soprattutto il tipo di rifiuti recuperato purtroppo rispecchia un realtà drammatica: infatti nella quasi totalità erano di origine domestica a cui si sommavano una piccola quantità di legname.
Durante l'operazione si è cercato di sensibilizzare l'opinione pubblica sia attraverso articoli sui quotidiani locali, che con un servizio della televisione locale, sia con l'organizzazione di una conferenza. A questa, grazie anche all'appoggio logistico del Comune di Pove del Grappa, hanno partecipato veri esperti in tematiche ambientali: Dr. Mozzi (C.N.R.Venezia), Ing Ferretti (Provincia di Vicenza), Dr.ssa Sostero (Comune di Bassano), Dr. Fumagalli (ASL n° 3).
Con l'idrogeologia del Monte Grappa il Dr. Mozzi ha illustrato il delicato equilibrio di questo massiccio carsico e l'importante ruolo che copre nella ricarica degli acquiferi sempre più compromesso dall'urbanizzazione selvaggia nella pianura circostante e dai rischi sempre presenti di inquinamento non solo organico. Il Dr, Fumagalli ha analizzato alcuni comportamenti quotidiani che possono aiutare a compromettere anche in maniera decisa la "salute" della nostra falda. Nell'analizzare la problematica degli scarichi civili e da allevamenti in zone come il Monte Grappa, la Dr.ssa Sostero ha rilevato come tale problema sia ben lungi dall'essere stato risolto. Risulta che solo una parte degli allevamenti presenti siano a "norma". Ma purtroppo questo fenomeno del Massiccio non è un caso isolato. La questione importante è che siamo in presenza di un sistema carsico e quindi con poche o nulle capacità depuranti. L'Ing. Ferretti ha concluso l'iniziativa facendo il punto sulla legislazione vigente: la L.36/94.

Biblioteca Geo CAI - Alcuni titoli