C’era una volta, molto tempo fa, uno strabiliante regno sotterraneo dove si potevano ammirare meraviglie d’ogni genere. Immense stalattiti luccicanti pendevano dal soffitto e stalagmiti si ergevano imponenti dal suolo. Qua e là si potevano osservare vele di calcare, laghetti d’acqua limpidissima e, se si era fortunati, si potevano trovare dei preziosissimi sassolini bianchi perfettamente rotondi chiamati perle di grotta.
Questo magnifico posto era popolato da bizzarre e simpatiche creature: gli “Gnomi”.
Nel regno non vi era alcun castello, né un re che lo abitava, né, tantomeno, un popolo governato dal sovrano. Ogni gnomo aveva un compito ben preciso secondo le sue attitudini e capacità. 
C’era lo gnomo Lindo che si occupava di tener pulito l’ambiente, Saggino, lo gnomo saggio, che risolveva ogni questione, Sartina, la gnoma sarta, che fabbricava i vestiti per tutti e tanti tanti altri.
Assieme agli gnomi vivevano anche molti animaletti come farfalle, pipistrelli, protei, ragni, cavallette, e così via.

La vita nel mondo ipogeo trascorreva tranquilla e felice, ma un giorno, mentre gli gnomi erano tutti riuniti per festeggiare la nascita di un nuovo gnomino, si cominciarono a sentire degli strani rumori che provenivano dall’apertura che portava fuori dalla grotta.
Subito, Spartito, il direttore d’orchestra, ordinò agli gnomi musicisti di smettere di suonare. Tutti stettero in silenzio e quelli che prima sembravano rumori, furono identificati come voci e, più precisamente, come voci di bambini.
Infatti, le persone che stavano tentando di entrare in quell’oscura cavità erano proprio sei bambini che, incuriositi da quello strano buco avevano pensato di andare a curiosare per vedere cosa c’era dentro.
Il gruppetto di esploratori era capeggiato da Mario, un robusto bambino dai modi un po’ spicci. Gli altri componenti erano Michelino, Maurizio (detto Buba), Mirko, Barbara e Chiara.
Michelino, vista la sua costituzione mingherlina, fu il primo ad entrare; lo seguirono a ruota Barbara, Buba, Chiara e Mirko. Per Mario ci furono un po’ di problemi, ma per fortuna aveva con se una paletta ed un piccone con cui poté allargare la fessura in modo da passarci comodamente.
Quando furono entrati tutti, i bambini si accorsero che l’unica fonte di luce proveniva dall’esterno e che tutto in grotta era buio e tetro. Fortunatamente, Buba, il più previdente, aveva con sé una pila e fu così che s’incamminarono verso il meandro.
Nel frattempo gli gnomi avevano spento tutte le luci ed erano corsi a nascondersi. Erano molto preoccupati perché non volevano farsi scoprire dagli esseri umani i quali avrebbero sicuramente distrutto anche loro come facevano con il resto della natura. Tuttavia nutrivano una forte simpatia per i bambini e avevano paura che, in un posto a loro sconosciuto, potessero farsi male oppure perdere la via del ritorno. Il loro regno, infatti, aveva talmente tanti cunicoli e meandri che anche gli stessi gnomi, a volte, si perdevano.
Non appena fatte queste considerazioni, gli gnomi videro i bambini che si dirigevano dritti verso un pozzo, chiamato “Pozzo dell’Orco” profondo più di mille piedi di gnomo.
Saggino, spaventato ordinò: “Per tutti gli elfi! Presto Veterinio, comanda ai pipistrelli di spaventare i bambini affinché scappino nella direzione opposta!”. Veterinio, lo gnomo veterinario, gran conoscitore degli animali, corse dai pipistrelli, salì in groppa ad uno di loro e li diresse verso i bambini che spaventati fuggirono infilandosi in un’altra direzione.
Appena scampato il pericolo, un altro problema sorse all’orizzonte: il meandro che avevano imboccato i bambini, ad un certo punto si diramava. La via di sinistra portava verso un’altra uscita, mentre quella di destra conduceva in un posto molto pericoloso dove continue frane causavano la caduta di pesanti massi. Senza perdere tempo Muraiolo, lo gnomo architetto, salì in groppa ad un proteo che portò lui e alcuni gnomi muratori all’ingresso del “Salone delle grandi frane”. Fu così costruito un muro di sassi per impedire ai bambini di accedere al salone.
I nostri piccoli esploratori proseguirono il loro cammino imboccando la via di sinistra. Mentre Michelino disegnava, a grandi linee, su un foglio di carta che si era portato da casa la grotta, Mirko non perdeva occasione per esplorare ogni piccolo anfratto.  Barbara e Chiara, invece, erano molto affascinate dalle concrezioni e Buba assieme a Mario scrutava attentamente ogni piccolo insetto.
Gli inconvenienti, tuttavia, non erano ancora finiti dal momento che un piccolo laghetto impediva ai sei amici di proseguire la loro esplorazione. Chiara propose senza esitazione: “Attraversiamolo a nuoto!”. Mirko non tanto entusiasta dell’idea replicò “Ma sei matta?”. “Non ci resta altro da fare!” disse Buba. Fu così che ad uno ad uno cominciarono a nuotare per raggiungere l’altra sponda del laghetto. Ad un certo punto un urlo echeggiò per tutta la grotta: era Barbara che aveva visto un ragno sopra la sua testa. Presa dal panico non riuscì più a mantenersi a galla e gli altri bambini nel tentativo di aiutarla crearono ancora più confusione così, tra urli spruzzi d’acqua e mani che si agitavano, la situazione si fece drammatica.
Non appena ebbe capito ciò che stava capitando Salvatore, lo gnomo bagnino, con la sua potente voce tuonò: “Corpo di mille nyphargus! Bisogna fare qualcosa altrimenti annegheranno tutti!”. Tutti i più abili gnomi nuotatori si tuffarono in acqua trasportarono delle grosse pietre sul fondo del laghetto in modo che i bambini potessero camminare su di esse. Tutto andò come previsto e, ancora una volta, fu evitata una disgrazia.
Questa volta la paura era stata proprio grande e qualcuno cominciò a desiderare di tornare a casa. Barbara era stanca, Mirko non voleva correre altri rischi, Chiara pensava alla mamma che l'attendeva a casa, Michelino aveva rotto la punta della matita e non poteva più disegnare, Buba temeva che presto la sua pila si sarebbe scaricata e Mario…beh Mario cominciava ad avere molta fame!
Fu così che i sei decisero di seguire quella fioca luce che proveniva da lontano e di tornare fuori.
Il piccolo gruppo di esploratori non dimenticò mai quella misteriosa, ma tanto affascinante avventura e si narra che ancor oggi la loro passione li spinga a visitare il meraviglioso mondo sotterraneo.

SPELEO-DIZIONARIO

VELE DI CALCARE
: particolare forma di deposito calcareo lunga e sottile.

PROTEO
: animaletto che vive nelle grotte simile ad una lucertola bianca lungo10-20 cm.

MONDO IPOGEO
: mondo sotterraneo.

MEANDRO
: cunicolo che si sviluppa orizzontalmente.

CONCREZIONI
: depositi di calcare come, per esempio, le stalattiti e le stalagmiti.

NIPHARGUS
: particolare tipo di crostaceo che vive in grotta.