Rilievo delle Castagne nerePremessa - L'imbocco della grotta viene casualmente individuato nell'autunno del 1990 da alcuni abitanti di Borso del Grappa. Il Sig. Renato Mocellin (oggi socio sostenitore del nostro gruppo) telefona alla Caserma dei Vigili del Fuoco di Bassano del Grappa, segnalando che in un'area del Massiccio del Grappa rientrante nel territorio comunale di Borso del Grappa, si è "aperto" l'imbocco di un profondo pozzo carsico. L'ingresso della cavità verticale è ubicato in una stretta vallicola situata a pochi metri dalla strada "Generale Giardino" che da Semonzo porta a Cima Grappa,  precisamente in località Monte Meda. Per nostra fortuna presso i Vigili del Fuoco di  Bassano del Grappa, prestano servizio due nostri soci, Andrea Bordin e Claudio Stocco. Fatal caso sono proprio loro a ricevere  la telefonata di Renato. Egli si dimostra preoccupato dal fatto che la grotta non è protetta da una recinzione. 
Avvertiamo subito il Sindaco di Borso del Grappa.

Il primo sopralluogo - Il nostro gruppo, sentito il parere dell'allora Sindaco di Borso del Grappa Prof.Zilio Ziliotto, si assume l'impegno di recintare a proprie spese l'ingresso della grotta e di effettuare, per conto dello stesso Comune, dei Vigili del Fuoco e dell'ANAS, un sopraluogo per verificare se la grotta potesse in qualche modo mettere a rischio l'integrità della strada sovrastante. Qualche giorno dopo la segnalazione di Renato Mocellin, Andrea "Neno" Bordin ed il sottoscritto effettuano una prima ricognizione constatando il pericolo di possibili ulteriori smottamenti nelle zone immediatamente adiacenti l'ingresso. In questa occasione viene anche valutata sommariamente la profondità della voragine che si rivela molto interessante, ma difficilmente valutabile. La domenica successiva una squadra di speleologi del GEO C.A.I. (previ accordi con il proprietario del fondo in cui si apre la cavità) composta da Helmut Zanella, Andrea Bordin (Neno), Max Magnabosco, Maurizio Parisotto (Mafias) ed il sottoscritto, appronta una robusta recinzione dell'area circostante all'imbocco del baratro. Nelle settimane successive viene programmata anche una prima esplorazione della cavità.

ingresso_castagne_nereLa messa in sicurezza dell'ingresso - Il nostro intento non si presentava di facile attuazione, non c'era infatti possibilità alcuna di ancorare i tasselli Spit direttamente nei fianchi rocciosi della cavità, che si presentavano allora (ed in parte anche oggi) alquanto incoerenti ed instabili. Si decise quindi che l'unico sistema possibile (e sicuro) per poter effettuare un’esplorazione della grotta, era quello di approntare una teleferica fra la strada ed un esemplare d’abete cresciuto ad una quindicina di metri dalla grotta stessa. Facendo passare la corda della teleferica proprio sopra l'imbocco della cavità potemmo così calarci al suo interno senza sollecitare in alcun modo i suoi bordi franosi. Per la messa in sicurezza dell'ingresso e il disgaggio delle frane pensili presenti in varie zone del pozzo d'accesso, si resero necessarie alcune giornate d’intenso lavoro.

La prima fugace esplorazione - Viene programmata un’esplorazione della grotta "in notturna". E' il gennaio del 1990 e sul Grappa fa un freddo della malora. Il sottoscritto, Alberto Crestani (Proton), Fabio Tommasi (Lumferen), Andrea Bordin (Neno) e Nadia Citton sono della partita. Dopo la riunione settimanale del venerdì sera, prepariamo i sacchi di materiale e partiamo verso la nostra meta. Il poco innevamento ci consente di raggiungere senza alcuna difficoltà la grotta. Approntata l'ormai "tradizionale" teleferica, ancoriamo la corda di discesa al fatidico abete, utilizziamo la corda della teleferica come ulteriore punto d’ancoraggio e di deviazione della nostra corda di progressione. Andrea Bordin si cala per primo nella grotta per qualche metro, ma risale quasi subito. La messa in sicurezza dell'ingresso, effettuata nel corso delle precedenti uscite, era riuscita solo in parte. Si resero pertanto indispensabili altre due ore di lavoro. Il gelo e la neve avevano indubbiamente reso più sicuro l'ingresso, almeno lo speravamo.

Il vicino Abisso del Naso - Venimmo a conoscenza proprio in quei giorni che il Gruppo Grotte Giara Modon di Valstagna era impegnato nell'esplorazione di una nuova promettente grotta (Abisso del Naso) il cui ingresso era situato (è proprio vero che il mondo è proprio piccolo!) a poco più di cinquanta metri dalla nostra nuova grotta che nel frattempo avevamo ufficialmente battezzato col nome di "Abisso delle Castagne Nere". Non avevamo idea, allora, delle effettive possibilità di collegamento delle due grotte.

Descrizione - L'Abisso delle Castagne Nere si sviluppa nei Calcari Grigi del Lias, fortemente dolomitizzati. Inizia con un pozzo in frattura profondo 16 metri. Le pareti del vano verticale presentano a varie quote delle frane pensili che non è stato possibile bonificare. E' pertanto necessario prestare la massima attenzione per non andare incontro a rischi inutili. Dalla vasta base del P16 la grotta continua con uno scivolo che si immette in altro pozzo di 8 metri, di natura palesemente tettonica. Questo pozzo è seguito da uno spettacolare P35, il più profondo dell'abisso. Verso il fondo della cavità sono presenti ingenti depositi clastici che ostruiscono ogni possibile prosecuzione. Nell'estate 2003 saranno programmate alcune uscite per valutare le effettive potenzialità esplorative "residue" della grotta. L’armo della grotta è intuitivo, come pure l’individuazione degli spit. Con una corda di 100 metri si riesce a scendere interamente la grotta fino al fondo. Nel 1991 la Squadra di Vicenza del CNSAS ha effettuato un’esercitazione nella grotta, pertanto sono presenti ulteriori tasselli che consentono di approntare delle “varianti” all’armo di discesa originario.