Rilievo del Buso delle Anguane C.R.1Per i fondatori del G.S. GEO-CAI Bassano la scoperta del "Buso delle Anguane" ha portato ad una vera e propria svolta nell'impostazione della normale attività speleologica interna. Fino a quel moménto infatti i componenti del gruppi si dedicavano soprattutto all'attività' speleo turistica che da allora ha lasciato il posto ad attività quasi esclusivamente esplorativa. Era il 1986 e le nostre esperienze esplorative erano inesistenti, quindi la scoperta di questa cavità oltre che avvicinare al Gruppo molti giovani e volenterosi neofiti, costituiva una valida palestra per indirizzarci verso i vari valori che contraddistinguono ]'attivita' speleologica. L'effetto che noi proviamo per questa cavità ci fa trascurare le particolarità che la fanno collocare per sviluppo e morfologia tra le grotte più importanti della pedemontana dell' Altopiano di Asiago.

Si tratta di un meandro fossile lungo 470 metri il cui ingresso si apre su di una parete a lato di una piccola valle a 315 metri di quota. Probabilmente proprio a causa della formazione della suddetta valle si è aperto l'ingresso il quale, trovandosi in un punto in cui il meandro forma un'ansa, da origine a due rami. Le prime esplorazioni sono iniziate dal ramo di destra la cui morfologia (scallops) testimonia che e' stato il ramo efferente. Questa condotta dalla lunghezza di circa 220 metri alterna tratti di bellissimo meandro concrezionato a tratti semi ostruito da crolli. Data la difficoltà' nel procedere, causata dalle frequenti strettoie, ci sono volute diverse esplorazioni prima di raggiungere la "fessura terminale" nonostante la testardaggine che all'epoca ci distingueva, tale budello si è dimostrato definitivamente impraticabile. Il ramo  sinistro o ramo afferente, iniziai mente era percorribile per soli 30 metri prima di essere completamente ostruito da una frana. Morfologicamente si presenta ili dimensioni maggiori del ramo precedente, anche se in alcuni tratti e' percorribile solamente nella parte sommitale. essendo la base del meandro riempito di argilla.
Strisciando lungo un laminatoio si giunge sul ciglio di un pozzo della profondità di 12metri dalla cui base si diparte un meandro esplorato per alcune decine metri prima di stringersi inesorabilmente. Sempre dalla base ma nella direzione opposta, una fessura immette in un fuso ascendente alla sommità del quale si arriva anche da una condotta posta all’imbocco del pozzo precedente. Attraversando dall'alto entrambe le verticali si procede per due  condotte la prima delle quali porta ad una fessura che, essendo in comunicazione con l'esterno, probabilmente diventerà un nuovo ingresso; la seconda invece porta su di un terzo pozzo molto stretto, tuttora inesplorato.
I nostri sforzi si sono arrestati su un tratto di condotta completamente interrata che, se non fosse per la pericolosità data dall’ambiente franoso, riserverebbe ancora grosse sorprese.
Itinerario d’accesso
Giunti alla medioevale cittadina di Marostica si imbocca la strada che, salendo per le colline pedemontane, porta a Lusiana. Arrivati nel centro della frazione di Crosara di Marostica, si prosegue per circa 150 metri e sI svolta a sinistra lungo la stradina asfaltata che porta in località "Cà Zerini". Si lasciano le auto su di un piccolo pianoro, dove la strada non è più asfaltata e si scende, costeggiando sulla destra il letto del torrente, lungo la valle. Ad un certo punto sul fianco della parete rocciosa che si trova sulla sinistra, si apre l'ingresso del "Buso delle Anguane C.R.1" (315 mI. slm) spesso seminascosto da arbusti.

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