Ingresso dell'Abisso SpaurassoSe andiamo a vedere l’articolo apparso nel notiziario della Federazione Speleologica Veneta n. 3 del 1995, si può leggere la storia esplorativa di questo abisso che già allora era profondo 400 metri e sul cui fondo avevamo detto c’era ancora da vedere molto e quindi sognare nuove esplorazioni; non siamo più tornati su questo fondo, ma siamo stati partecipi di grandi esplorazioni lo stesso ed ora ve ne voglio raccontare le storia.
Ricordate la grande cengia nel P 170 (Pozzo Alessandro Scolaro) dove siamo atterrati pensando che fosse impossibile che la grotta finisse lì visto gli immensi ambienti in cui ci trovavamo e nella quale c’è anche la partenza del P 100 ?. Ebbene, quando ci siamo arrivati la prima volta 
Abisso RenatoEra una splendida domenica di fine settembre del 1998, una di quelle giornate che restano impresse (per tanti motivi) nella memoria di uno speleologo. Il sole è ancora caldo, i boschi sono dipinti delle mille sfumature e colori dell'autunno, l'aria è frizzante e fresca. La sera precedente ricevo una telefonata dell'amico Renato Mocellin che mi chiede se sono disponibile ad andare a visionare un nuovo buco che aveva scoperto l'anno prima nei pressi di Campo Croce, in comune di Borso del Grappa (TV), sul Massiccio del Grappa. Ho il pomeriggio libero, così accetto di buon grado la proposta. Partiamo alla volta della grotta  . Raggiungiamo in auto la Baita Alpina di Campo Croce e da lì in un quarto d'ora di sentiero siamo all'ingresso della cavità. Si tratta di un piccolo  pertugio che immette in una verticale di pochi metri. Il bosco di abeti e faggi circostante è bellissimo 
Abisso dei Colli VecchiL'Abisso dei Colli Vecchi (V TV 3810) scoperto dal G.S.GEO.CAI Bassano nel 1989. L'individuazione dell'ingresso è stata facilitata da un'evidente zona di scioglimento del manto nevoso all'interno di una piccola dolina ostruita da detriti. Man mano che veniva asportato il materiale di riempimento, aumentava progressivamente la corrente d'aria causata dalla differenza termica con l'esterno. Dal fondo della dolina parte un pozzetto di 6 metri, inizialmente stretto, seguito da un meandro inclinato che porta a -14 metri. Alla base dello scivolo si apre un pozzo da 20 metri stretto nella parte iniziale, ma che va progressivamente ampliandosi verso la base. Dopo aver percorso una decina di metri lungo una galleria di crollo, si giunge all'imboccatura del pozzo dei Budini Molli, così chiamato perchè è percorso, lungo tutti i suoi 16 metri di profondità, da grandi colate calcaree. Dalla morfologia di questo pozzo 
Il Sole neroIl Sole Nero, una grotta come tante altre voi direte, ma a noi frequentatori delle tenebre perenni riveste un fascino tutto suo, che la rende unica ai nostri occhi. Questa cavità è stata individuata nel marzo 1992 durante una battuta esplorativa: il suo angusto ingresso si apre nel versante Nord dei nostri amati Colli Vecchi, una delle zone carsiche più interessanti dell'intero Massiccio del Grappa. A poche centinaia di metri dalla grotta  Il Sole Nero, si sviluppano altre due cavità che superano i 500 metri di profondità: l'Abisso Gulliver, tutt'ora in piena fase esplorativa da parte del Geo CAI Bassano e l'Abisso di Monte Oro, esplorato inizialmente dal G.S.CAI Mestre e successivamente dal GGG di Valstagna. Una sera, come al solito, "ciacolando" di grotte con alcuni miei compagni di gruppo, vennero espressi dei pareri rig uardanti la possibile prosecuzione di una grotta. 
Abisso HalgherL'abisso inizia con un piccolo pozzetto di tre metri che, seppur arrampicabile, occorre affrontare con la necessaria attenzione. Giunti alla base di quest'ultimo, posta in leggera pendenza, si intravede immediatamente la prosecuzione naturale della grotta. Uno stretto imbocco, parzialmente disostruito (l'unico punto in cui e' risultata necessaria un'energica, seppur limitata opera disostruttiva!), da accesso al primo salto di otto metri per la discesa del quale risulta pressoché indispensabile l'utilizzo della corda.
Il pozzo, dal suolo sconnesso per la presenza di abbondanti depositi clastici appare inequivocabilmente di origine tettonica, morfologia che peraltro caratterizza anche tutto lo sviluppo successivo della cavità. Essa è rappresentata in definitiva,

Biblioteca Geo CAI - Alcuni titoli