Storia della speleologia

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Il termine SPELEOLOGIA è stato coniato alla fine del sec. scorso dal francese Eduard Alfred Martel, deriva dal greco speleaion = grotta o caverna e logos = scienza, quindi la speleologia è la scienza che studia le grotte.
L’uomo primitivo usava la grotta quale luogo di rifugio, poi nella cultura antica questa fu considerata come la parte negativa dell’aldilà in terra. Ma la curiosità più le motivazioni naturalistiche e scientifiche portarono l’uomo ad avventurarcisi. Già nel 1213 qualcuno ebbe il coraggio di inoltrarsi all’interno della Grotta di Postumia, come dimostrano firme e scritte datate in quel periodo appunto. Anche Leonardo da Vinci era attratto dall’oscurità delle spelonche.
Grazie ad alcuni studiosi italiani e grazie forse al fenomeno carsico non scarso nelle nostre zone, il XVI secolo segna la nascita vera e propria della speleologia. Piero Coppo agli inizi del 1500 s'interessò del misterioso corso sotterraneo del fiume Timavo nel Carso Triestino. In contemporanea, iniziò, l’esplorazione di una grotta in Belgio (Han-Sur-Lesse). Sempre nel 1500 troviamo il frate bolognese Alessandro Alberti che esplorò varie grotte d’Italia, facendo anche uno studio sul Timavo. Tra i suoi allievi e seguaci troviamo Gian Giorgio Trissino il quale intraprese l’esplorazione dei Covoli di Costozza, scoprendo una prima specie faunistica ipogea (crostacei Niphargus 1537). Bisogna pensare che in questo periodo si fecero anche i primi studi sul fenomeno delle concrezioni, arrivando a pensare anche ad una crescita di tipo vegetale o solidificazione di vapori. Il Principe Federico IV mandò ad estrarre grandi quantitativi di concrezioni per ricavarne oro, lasciamo a voi dedurre quale delusione abbia provato.
Giovanni Valvassor, nel 1689 in una sorgente vicino Lubiana, scopre il primo esemplare di Proteus Anguinos, descrivendolo come un piccolo di drago (unico vertebrato cavernicolo esistente in Europa).
Antico sistema esplorativoGrazie al gesuita olandese Athanasius Kircher riusciamo a sapere cosa veniva usato nelle prime esplorazioni attraverso un manuale. Le scale erano formate da tre funi parallele di cuoio trattenute da pioli di legno distanti tra loro 25 cm. e mantenute in trazione sia superiormente che sul fondo sulle quali vi salivano più persone contemporaneamente
Lo spirito illuministico del ‘700 porta a considerare le grotte con mentalità scientifica e prepara le fondamenta per l’esplosione della ricerca che avverrà poco più avanti. Solo nel 1726 (dopo 90 anni circa) viene svelato il vero meccanismo di accrescimento delle concrezioni.
Con il XVII secolo la speleologia compie un grande sbalzo con la formazione delle prime "scuole": italiana, slava, austriaca e francese. Tra i vari personaggi c’è da ricordare Martel, Krauss, Muller e gli italiani Boegan, Bertarelli, Perco ecc. A Trieste avvengono le prime esplorazioni ad elevate profondità m. -329 Grotta di Trebiciano (1840) e resterà la maggior profondità raggiunta al mondo sino al 1909.
Nel 1888 Eduard Alfred Martel abbandona la professione di avvocato per dedicarsi interamente alla speleologia, così esplorando un migliaio di cavità in diversi paesi europei e contribuendo con propri scritti che fanno ancora testo viene considerato il vero padre della speleologia.
In Italia nel 1883 nasce a Trieste, sotto l’infaticabile guida di Eugenio Boegan, il Martel italiano, la Commissione Grotte della Società Alpina delle Giulie, il primo gruppo costituitosi nel mondo.
Nei primi anni del ‘900 nasce anche la Società Speleologica Italiana (S.S.I.) affiancata da alcune riviste.
Nel 1906 viene pubblicato a Milano il primo manuale di esplorazione sotterranea. Esso contiene una dettagliata descrizione delle attrezzature e delle tecniche esplorative dell’epoca: corde di canapa con diametro di 14 mm., scale di corda, torce di resine, fuochi di bengala per l’illuminazione di grandi ambienti, mongolfiere per misurare le altezze. Agli esploratori viene sconsigliato l’uso di camice con colletto inamidato.
Dopo la I Guerra Mondiale con l’annessione dell’Istria all’Italia vi è una vera e propria esplosione nel mondo speleologico con la nascita di più gruppi in Italia e con l’esplorazione di svariate cavità fino a profondità mai raggiunte prima. Tutto questo proietta il nostro paese al primo posto in tutto il mondo (nascita del Catasto grazie a Boegan e Bertarelli).
L’avvento della II Guerra Mondiale, con la perdita di importanti nomi di accaniti esploratori e perdendo poi l’Istria, sarà causa di retrocessione della speleologia italiana che farà molta fatica a riprendersi dopo tale catastrofe.
Nel 1948 ad Asiago verrà organizzato il II Congresso Nazionale di Speleologia che, pur con pochi partecipanti, costituirà la premessa della rinascita.
Nel 1950 verrà "rifondata" a base democratica la S.S.I. e poi ci sarà la pubblicazione della rivista "Rassegna Speleologica Italiana" che sostituirà degnamente per 25 anni "Le Grotte d’Italia".
Nel 1965 a causa di alcuni luttuosi eventi si costituisce il benemerito Soccorso Speleologico (C.N.S.A.S.).
Anche il Club Alpino Italiano costituirà una propria Scuola Nazionale di Speleologia (S.N.S.).
La tecnica esplorativa progressivamente si evolve: alle pesanti ed ingombranti scale di corda del periodo prebellico si sostituiscono dapprima quelle con cavi in acciaio e pioli in legno, poi quelle con cavi in acciaio più sottili e stretti pioli in leghe leggere, fino ad essere soppiantate negli ultimi anni dalle tecniche di progressione su sola corda.